D’accordo, c’è il vincitore di Cannes – l’implacabile Nastro bianco di Haneke – e il film più applaudito l’anno scorso sulla Croisette, il francese Un profeta: ma nella lista figurano persino un film bugaro e un peruviano. E persino uno kazako. Ma per Tornatore niente da fare: porte sbarrate all’Oscar. Dopo la delusione ai Golden Globes, Baarìa incassa infatti la bocciatura più amara: l’epico kolossal non difenderà i colori dell’Italia nella notte delle stelle, fatto fuori prima del tempo, in una sorta di final nine costata cara l’anno scorso anche a Gomorra. Sorpresa e delusione: e la prova che il cinema italiano oltre oceano conta davvero poco, anzi pochissimo. Lontani i tempi in cui Salvatores riusciva a beffare Zhang Yimou o Benigni saliva sulle poltrone diventando re per una notte. La vita non è bella, almeno non più. Il nostro cinema ha pochissimo appeal e, evidentemente, si vende molto male se nemmeno un colosso come Medusa è riuscito a supportare il filmone di Tornatore. Continuo a pensare che, per tanti motivi, la scelta di preferire Tornatore a Bellocchio fosse giusta, nonostante Vincere sia un film più riuscito e interessante. Eppure, il dubbio ora apre tante crepe: se l’Academy insiste sull’ultra autorale film di Haneke forse significa che l’aria anche ad Hollywood è davvero cambiata. E a chi spettava scegliere il nostro cavallo lo avrebbe dovuto sapere.
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Tornatore, nuova beffa: escluso dagli Oscar
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